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Monteverdi Marittimo è un comune di 701 abitanti della provincia di Pisa. Il paese, facente parte del circondario della Val di Cornia, sorge a ridosso delle Colline Metallifere, ad un'altitudine di 364 metri s.l.m. I maggiori corsi d'acqua che passano per il Comune di Monteverdi, sono il fiume Cornia, i torrenti Sterza e Sterzuola, il Massera e il Ritasso.
CENNI STORICI
ll comune di Monteverdi Marittimo, conserva antiche testimonianze, infatti sono stati ritrovati in prossimità dell'abitato resti di una strada romana e altre rovine, ma le origini del borgo sono da imputare alla fondazione dell'abbazia del monastero di San Pietro in Palazzuolo avvenuta nell'alto medioevo (754 d.C.) per opera dal nobile longobardo figlio del gastaldo Ratchausi di Pisa, Wilfrido (san Walfredo) è indicato come il capostipite della famiglia pisana che verrà successivamente conosciuta come Della Gherardesca. Il castello di Monteverdi sorse prima del Mille ma sicuramente successivamente all'Abbazia, la storia del monastero e del castello non è sempre andata di pari passo, infatti mentre gli abitanti del borgo si sottomisero a Volterra, i monaci benedettini di San Pietro si misero sotto la protezione di Massa Marittima. In seguito Volterra prese il controllo di tutto il territorio. Nel 1360 il monastero venne assalito e danneggiato da Pisa durante gli scontri con i Fiorentini; in questo periodo il monastero era aggregato alla Congregazione dei Vallombrosani.
Monteverdi a fasi alterne venne assoggettato da Firenze e dalla Signoria di Piombino; infine i Fiorentini sottomisero Monteverdi nel 1472 in occasione della conquista di Volterra.
Il Monastero perse gradualmente importanza fino al suo abbandono nel 1561, con richiesta di trasferimento dei monaci dentro il castello di Monteverdi, a condizione però che essa ritenesse il titolo di San Pietro; questo nuovo convento si limitò ad un ospizio con due o tre monaci dell'abbazia di Vallombrosa di cui si hanno notizie fino al 1700.
Nel 1665 il granduca di Toscana Ferdinando II de' Medici eresse il territorio Monteverdi in feudo granducale compresi quello di Canneto, e i casali di Gualda e di Caselli, consegnandoli alla nobile famiglia volterrana degli Incontri, a favore del Cav. poi senatore Ferdinando Incontri.
Il borgo è uno di quelli che trasse maggiore vantaggio dalle riforme leopoldine messe in atto nel 1776 da Pietro Leopoldo di Lorena. Con l'abolizione dei feudi a seguito del nuovo assetto territoriale ridisegnato dal Granducato di Toscana, il castello di Monteverdi ottenne infatti la sospirata autonomia comunale.
La dominazione dei Lorena continuò sino all'inizio del 1800 infatti come nel resto della toscana il territorio fu invaso dalle truppe francesi al seguito di Napoleone Bonaparte che occuparono il territorio e vi rimasero fino al 1814.
Dal 1815 Monteverdi Marittimo rientrò a far parte del Granducato di Toscana, retto ancora dai Lorena, il comune era amministrativamente sotto Pisa, nel 1837 passa sotto l'amministrazione del compartimento granducale di Grosseto, rimanendovi fino alla sua annessione al Regno d'Italia avvenuta ad opera del Re Vittorio Emanuele II di Savoia, rientrando amministrativamente nell'ambito pisano nella neonata provincia di Pisa .
Testimonianza del periodo lorenese è la cappella Oratorio del Santissimo Sacramento del 1751 con la collocazione al suo interno delle spoglie di San Walfredo.
Nel centro storico di Monteverdi si possono notare importanti testimonianze architettoniche, come la chiesa di Sant'Andrea, fondata nel XIV secolo, che presenta una facciata decorata da una splendida ceramica policroma della celebre scuola dei Della Robbia.
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