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4 giorni/3 notti (Aosta) |
DOCENTI ACCOMPAGNATORI:
CLASSI:
Totale GRUPPO: N. 86 persone (N. 82 studenti + N. 4 docenti accompagnatori
APRILE 1997
castello di: FENIS, INTROD, CLY e la via delle GALLIE |
MEZZI di TRASPORTO |
Inoltre, nelle varie località, ci siamo "spostati":
TAPPE del VIAGGIO
ANDATA
RITORNO
AOSTA
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Aosta (583m slm) si trova all'incirca nel mezzo della Regione Autonoma Valle d'Aosta, nella piana in cui scorre il fiume principale della regione: la Dora Baltea. La città è attraversata da Nord a Sud (presso l'Arco d'Augusto) dal fiume Buthier, uno dei numerosi affluenti della Dora Baltea. Si trova in un fondovalle interamente circondato da alte montagne, perciò è soggetta ad un microclima particolare con spiccate caratteristiche di continentalità. Le estati sono mediamente calde e soleggiate, ma più ventilate che nel resto del Nord Italia mentre gli inverni sono generalmente freddi ma piuttosto variabili a seconda delle annate, con periodi nevosi alternati a periodi secchi e molto rigidi. Il motivo per cui d'estate ad Aosta fa caldo è lo stesso per cui fa caldo a Bolzano: entrambe sono situate in un fondovalle alpino che ne impedisce il ricambio d'aria. Aosta e la sua valle, al pari delle valli piemontesi, sono soggette a fenomeni di favonio (vento caldo)
Perchè ad AOSTA sono presenti resti di opere antiche Romane?
Alla fine della II guerra punica, dopo la vittoria di Scipione l'Africano su Annibale nel 202 a.C., Roma rivolse la sua attenzione verso le Alpi, dove i Galli alleati dei Cartaginesi continuavano a costituire una notevole minaccia. La funzione di un accampamento posto in questa valle era principalmente strategica infatti era essenziale consolidare il dominio di Roma sulla Pianura Padana e sui territori prealpini, utilizzando le Alpi come baluardo naturale contro le invasioni barbariche. Per questo nacque allo sbocco delle valli alpine un sistema di città fortificate che controllavano gli accessi alle fertili terre della Pianura Padana.
Tuttavia dal I secolo a.C. la progressiva conquista della Gallia modificò l'importanza strategica dei valichi del Piccolo e del Gran San Bernardo ponendo il problema del controllo della valle abitata a quel tempo da una popolazione, i Salassi, ostacolo al passaggio dei soldati e dei mercanti lungo la Via delle Gallie.
Dopo una serie di scaramucce e di spedizioni militari e di trattati dall'incerto esito nel 25 a.C. Cesare Augusto inviò contro i Salassi il futuro console Aulo Terenzio Varrone Murena a capo di un esercito consistente.
Alla fine, sconfitti, i Salassi vennero probabilmente sterminati o ridotti in schiavitù.
arco di AUGUSTO, mura antiche , teatro romano e centro città |
COURMAYER
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Comune a 30 Km da Aosta (circa 3.000 abitanti) dell'alta Valdigne, in Valle d'Aosta, all'interno del quale si trova la montagna più alta d'Italia e d'Europa: il Monte Bianco. Situato, quindi, ai piedi del Monte Bianco, è l'ultimo comune che si incontra prima di arrivare in Francia tramite il Traforo del Monte Bianco (circa 11 km, che lo unisce a Chamonix). E' attraversato dalla Dora Baltea, fiume che nasce dalla confluenza di due torrenti, ciascuno dei quali attraversa una delle due valli che è possibile raggiungere da Courmayeur: la Val Ferret e la Val Veny. È il comune più occidentale della regione Valle d'Aosta, e il secondo per estensione ed inoltre è l'unico comune d'Italia a confinare sia con la Francia che con la Svizzera, sebbene non siano presenti vie di transito che conducono direttamente in territorio elvetico. Una delle vette intorno a Courmayeur è il Monte Chétif, molto frequentato per il trekking e caratterizzato da una statua della Vergine Maria sulla cima, visibile dalla vallata, posta da Giovanni Paolo II.
la FUNIVIA del MONTE BIANCO |
La funivia del Monte Bianco, che collega La Palud, nei pressi di Courmayeur, a Chamonix, è divisa in 6 tronconi. Il primo va da La Palud al Pavillon du Mont Fréty (2173 m.), col giardino botanico alpino Saussurea. Il secondo porta fino al rifugio TORINO ((3.375 m) mentre l'ultimo tratto italiano termina con la Punta Helbronner (3.462m, confine con la Francia) dove è ospitata un'esposizione permanente di cristalli. Il quarto tratto, il più spettacolare, con i suoi 5 km di lunghezza, collega la Punta Helbronner all'Aiguille du Midi, il punto più alto, a quota 3.842. Dall'Aiguille du Midi è possibile, poi, scendere al Plan de L'Aiguille, a 2137 m., e da qui a Chamonix (Francia).
funivia MONTE BIANCO e rifugio TORINO |
COGNE
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E' il comune più esteso della Valle d'Aosta (circa 1.500 abitanti) situato nella parte meridionale della regione, al cospetto del massiccio del Gran Paradiso che dà il nome all'omonimo Parco Nazionale. Il nome di Cogne deriva da "coin", in francese "angolo", per via della forma dell'abitato del capoluogo. La popolazione di Cogne ha origini dalle valli arpitane piemontesi infatti in epoche passate le relazioni economiche, commerciali e le vie di comunicazione non erano dirette verso il centro della Valle d'Aosta, ma verso le suddette valli, raggiunte passando per mulattiere e colli di alta montagna come il colle del Rancio o il colle dell'Arietta. Fino agli anni '60, Cogne è stata un importante centro minerario per l'estrazione del minerale di ferro, i cui filoni minerari principali si trovavano nelle miniere di Colonne, Licony e Larsinaz.Il minerale estratto (magnetite) veniva poi inviato all'acciaieria Cogne di Aosta per la lavorazione.Tra gli eventi più catastrofici che hanno colpito il paese in tempi recenti si ricordano l'alluvione del 1993 e quella del 15 ottobre 2000 quando caddero oltre 400 mm di pioggia in 2 giorni provocando esondazioni e frane.
il PARCO NAZIONALE del GRAN PARADISO |
ll Parco nazionale del Gran Paradiso, istituito nel 1922, è il più antico Parco nazionale italiano insieme al Parco Nazionale d'Abruzzo, istituito pochi mesi dopo. Si trova a cavallo delle regioni Valle d'Aosta e Piemonte ed è gestito dall'Ente Parco Nazionale Gran Paradiso, con sede a Torino. Si estende per una superficie di circa 71.000 ettari, su un terreno prevalentemente montagnoso. La storia del Gran Paradiso è strettamente intrecciata con la salvaguardia del suo animale simbolo: lo stambecco (Capra ibex ibex). Questo ungulato, un tempo largamente diffuso a quote elevate, oltre il limite del bosco, su tutto l'arco alpino, è stato oggetto di caccia indiscriminata per secoli. I motivi per cui lo stambecco era una preda così ambita dai cacciatori erano i più disparati: la succulenza delle sue carni, alcune parti del suo corpo erano considerate medicinali, l'imponenza delle sue corna ricercate come trofeo e persino il potere afrodisiaco attribuito ad un suo ossicino (la croce del cuore) spesso utilizzato come talismano. All'inizio del XIX secolo si riteneva che questo animale fosse ormai estinto in tutta Europa finché l'ispettore forestale valdostano Delapierre scoprì che negli impervi e scoscesi valloni che discendono dal massiccio del Gran Paradiso ne sopravviveva una colonia di circa cento esemplari.
Il 3 dicembre 1922 re Vittorio Emanuele III, nei primi giorni del governo Mussolini, firmava il decreto legge che istituiva il Parco Nazionale del Gran Paradiso
RANUNCOLI d'ACQUA, STAMBECCHI, MARMOTTE e CAMOSCI |
TORINO
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Città di circa un milione di abitanti, capoluogo dell'omonima provincia e della regione Piemonte che rappresenta il quarto comune italiano per popolazione dopo Roma, Milano e Napoli, costituendo un polo economico di ecellenza. Capitale del Ducato di Savoia dal 1563, del Regno di Sardegna dal 1720, e quindi prima capitale d'Italia dal 1861 al 1865, è uno dei maggiori centri universitari, culturali, turistici e scientifici del Paese. Sede nel 2006 dei XX Giochi olimpici invernali, è la capitale italiana dell'industria dell'automobile, nonché importante centro dell'editoria, delle telecomunicazioni, del cinema, della pubblicità, dell'enogastronomia, del design e dello sport. Torino sorge nella pianura approssimativamente delimitata dai fiumi Stura di Lanzo, Sangone e Po (quest'ultimo attraversa la città da sud verso nord): la città è anche bagnata dalla Dora Riparia, che scorre vicinissima al suo centro storico. Il fiume Po accentua la divisione tra la parte collinare della città e la parte di Torino collocata in pianura (220- 280 m s.l.m.) che scende andando da ovest verso est. Il punto più elevato del comune si trova al Colle della Maddalena a m. 715 nei pressi del Faro della Vittoria. Nelle giornate invernali particolarmente limpide, suggestiva è la cinta creata dalle vicine Alpi che contornano tutta la parte nord-ovest della città con le loro cime innevate.
il MUSEO dell'AUTOMOBILE |
Inaugurato nel 1960 il museo dell'Automobile di Torino è uno dei pochi esempi di museo dedicato interamente al mezzo automobilistico nel mondo e l'unico in Italia. Al suo interno è conservata una collezione di più di 170 vetture che documentano l'evoluzione del mezzo automobilistico dagli albori alla fine del novecento. Il museo ha sede in un edificio appositamente costruito e progettato, opera dell'architetto Amedeo Albertini. La costruzione dell'edificio venne iniziata nell'aprile del 1958 e ci vollero due anni di lavoro per concludere il palazzo, che risulta, oggi, una delle più importanti testimonianze dell'architettura moderna. In particolare è da notare la soluzione di sostentamento delle maniche di collegamento, tra i fabbricati principali e le costruzioni trasversali, attraverso piramidi rovesciate e la facciata. Quest'ultima, di forma convessa è retta da una travata in ferro del peso di 60 tonnellate appoggiata su quattro grossi pilastri in calcestruzzo ed acciaio inossidabile. Alle automobili, radunate appositamente per la costituzione del museo da Carlo Biscaretti, vanno aggiunti documenti cartacei, foto, e libri, donati al museo dalla famiglia Canestrini. Una zona del museo è dedicata interamente all'auto da corsa, mentre nella Sala Storica del Pneumatico hanno sede mostre temporanee. Infine, all'interno dell'edificio sono custodite opere dell'arte figurativa ispirate a personaggi e marche di rilievo nel mondo automobilistico.